Cisterna

17 agosto 2011

L'attitudine dell'ape

L'attitudine dell'ape
Il mio sussidiario delle elementari trattava gli argomenti più disparati: il ragno e il funzionamento della biro, le addizioni e Giulio Cesare, Orvieto e la cibernetica.
Mi ha insegnato tutto, di ogni argomento, e rigorosamente male.
Però una cosa mi è rimasta impressa più delle altre: l'ape.
Secondo il mio sussidiario, quando l'ape attacca con il suo pungiglione, lo fa a discapito della sua stessa vita, perché il pungiglione si spezza e l'ape ne muore.
Sono stato sufficientemente confuso? Si capisce che è una lezione tratta dal mio sussidiario?
Quando un bambino impara una cosa simile sull'ape, le reazioni possibili sono due:
1. Il bambino si stupisce di quanto è minchiona l'ape, che fondamentalmente si ammazza per difendersi.
2. Il bambino prova una inspiegabile ammirazione.
Io da bambino appartenevo alla seconda categoria. Se me ne avessero chiesta la ragione, non sarei riuscito ad esprimerla, però per me era evidente.
E lo è ancora.
L'ape è un insetto paciarotto. Trascorre le sue giornate cazzeggiando tra i fiori, tranquilla, senza rompere i coglioni a nessuno.
Se l'ape si sente in pericolo, spicca il volo e va altrove. Fine del problema.
Se però l'ape si rompe il cazzo per davvero, allora fa un cosa incredibile, istintiva, che le viene dal profondo del cuore.
Secondo me sa che non lo dovrebbe fare. Sa che poi ne pagherà le conseguenze. Però mentre cerca di ragionare, già pregusta la soddisfazione di mandare tutti a fare in culo e di fare di testa sua. Senza limiti né ritegno. Senza badare troppo alla logica delle cose.
Una soddisfazione così per l'ape non ha prezzo.
Senza che neanche se ne accorga, un sorrisino del cazzo le si dipinge in faccia. Non si accorge neanche di aver già estratto il pungiglione. Di averlo perso. E' anestetizzata dalla soddisfazione. Da un piacere ribelle ed estremo. Un lampo di soddisfazione intensissima ed inebriante. Poco importa per le conseguenze: ne è valsa la pena.
Mi piace l'attitudine dell'ape. La comprendo. Anche io a volte faccio cazzate spinto da una pulsione istintiva e inebriante. So di sbagliare, ma in poche parole non me ne frega un cazzo, perché certe volte è troppo bello sbagliare. E' giusto. Ne vale la pena.
Forse l'attitudine dell'ape mi affascina perché è l'estremizzazione di un mio difetto.
Forse anche questa cosa è scritta da qualche parte nel mio sussidiario.
La grandezza dei suoi insegnamenti mi stupisce sempre di più: è un libro che mi ha insegnato qualcosa a proposito di tutto, e che a distanza di anni continua ad arricchirsi di preziosissime lezioni nascoste tra le righe.
Come il significato ultimo dell'attitudine dell'ape.