Tutto è iniziato quasi per caso, a fine Giugno.
All'epoca ero di passaggio in Italia. Tra le varie attività in programma avevo anche un incontro con una azienda di San Polo.
Poiché San Polo è di strada tra Reggio Emilia ed Asti (ovvero tra il mio luogo di lavoro e casa), ho accettato volentieri, fissando l'incontro per il tardo pomeriggio del Venerdì.
Il giovedì sera mi telefona l'azienda per conferma e il manager, un ragazzo simpatico, chiude la chiamata dicendomi di mettere sul Tom Tom "San Polo
Di Piave e chiamare quando fossi stato in zona"
Un ragazzo acuto a questo punto si pone delle domande. Anche un idiota. La differenza è nella risposta.
Io mi son risposto che si trattava di una simpatica battuta.
Purtroppo la mia risposta era sbagliata. Me ne sono reso conto il giorno dopo.
Maledette le mille insidie della geografia e le partite a battaglia navale quando la maestra a scuola spiegava le regioni!
Ancora tramortito dal violento impatto con la realtà, chiamo l'azienda per declinare l'invito. Non posso partire da Reggio Emilia nel pomeriggio, arrivare fino in provincia di Venezia, avere un incontro e poi rincasare su Asti.
L'azienda, che non vuole rimandare l'incontro, mi propone vitto e alloggio per la notte. Una roba da novello Cimabue: lavorare per un piatto di minestra calda e un giaciglio.
Poiché si trovano vicino a Venezia, mi offrono di passare la notte a Venezia.
Qui avviene repentina la mia illuminazione.
Vacanza. Che cos'è una vacanza?
Per me una vacanza è una esperienza. Una novità. Qualcosa di positivo e diverso che lascia dei ricordi. Il punto chiave per me è l'esperienza. La sua intensità.
La durata effettiva non è altrettanto determinante. L'intensità fa la differenza.
Un semplice weekend pieno di attività può competere con una settimana di vacanza standard?
Come sapete, sia gli acuti che gli idioti si fanno domande. La differenza sta nella risposta.
Da bambino io andavo spesso al mare in un paese piccolissimo in provincia di Venezia. Propongo all'azienda di ospitarmi in quel paese per una notte. La domanda li spiazza, ma accettano volentieri. Il resto è cronaca della mia vacanza.
1 Luglio: Venerdì sera Arrivo a Eraclea Mare. Un tuffo nel passato. Quanti ricordi. Che emozione.
Ho cenato con una grigliata ignorante: carne di porco e tanta birra. Il dehor del ristorante da sulla sala giochi che frequentavo da bambino. C'è ancora il cavallo meccanico su cui andavo all'epoca. Cazzo come è piccolo. Io me lo ricordavo enorme. I negozi. Le facciate dei palazzi. E' tutto lì, ora come allora. I ricordi sono troppo distanti per arrivare fino a me. Mi arrivano principalmente suggestioni.
Nuovi bambini che passeggiano come passeggiavo io. Nuove famiglie. Chissà cosa faranno queste persone tra 20 anni.
Dopo cena passeggio per vedere come è cambiato il paese. Ogni angolo mi ricorda qualcosa. Per la notte ho scelto un albergo di un vecchio amico, Francesco. Quando entro in albergo è la prima persona che incontro. Ci riconsociamo subito. All'epoca era un ragazzino che aiutava controvoglia i genitori. Ora è adulto, e gestisce da solo l'albergo. E' indaffarato e felice. Ci salutiamo e mi da una camera. L'azienda deve insistere per potergli pagare la camera. Pagano 35 Euro. Il manager è esterefatto del costo. Credo che si chieda perché io abbia declinato una camera a Venezia per venire qui. Lui vede il prezzo, ma non percepisce il valore.
Mi faccio una doccia ed esco. Ho sete di vedere. Di espolrare. Di emozioni.
Passo in un altro hotel in cui avevo un amico, Marco. Vado a cercarlo. Trovo solo i suoi genitori. Lui ha cambiato lavoro, e passa molto raramente in hotel. Pace. Meglio la delusione di non averlo trovato del rimpianto di non averlo cercato.
2 Luglio: Sabato Mi sveglio e preparo la valigia. Ho organizzato di continuare il weekend con Alessando, mio storico amico del Piemonte. Ci incontreremo per pranzo a Verona per passare due giorni sul Lago di Garda insieme a Pier, altro carissimo amico che vive a Parma.
Prima di partire faccio una passeggiata in spiaggia. Come è diventata bella: quando ero bambino era più selvaggia. La pineta si trasformava progressivamente in spiaggia, con una zona intermedia di arbusti. Ora non più. Ora è molto più ordinata. Pulita. Ci sono i vialetti di legno.
Il fenomeno mi ricorda il cambiamento nella toilettatura della gnocca.
Faccio colazione in riva al mare, in un chiosco sotto gli ombrelloni. Cappuccino e brioche. 2 Euro. Il fascino infinito delle cose semplici.
Mi interrogo su quel fenomeno del cazzo per cui crescendo si diventa più sofisticati.
Ritornando verso l'albergo incrocio per strada Marco, l'amico cercato il giorno precedente. Sta salendo in macchina. Io sono sul marciapiede.
Marco. Marco, dove cazzo vai?Lui si ferma e guarda nella mia direzione. Subito non capisce. Poi un sorriso, con la naturalezza di un raggio di sole, gli illumina il volto.
Andiamo a prendere un caffé insieme. Lui adesso gestisce case per le vacanze, si è trasferito in un paese limitrofo un po' più grande, e convive con la sua fidanzata. Lo vedo felice. Ha ancora l'aria cazzona di tanti anni fa. Questo mi fa molto piacere. Mi auguro di poter conservare un po' di spirito cazzone per tutta la mia vita. E auguro lo stesso a Marco e a tutti.
Passo poi davanti ad un negozio di souvenir. Il proprietario è l'ex-gestore della mia sala giochi preferita. Da fuori lo riconosco.
Entro. Lui mi guarda e mi viene incontro.
Madonna... ma io ti conosco... sei rimasto uguale... non dirmi il tuo nome... ROBERTOCi son rimasto di merda. Devo aver speso proprio tanti soldi in quella sala giochi! Poveri i miei genitori. Ci siam messi a parlare come se fossimo parenti. Mi ha anche invitato a pranzo. Avrà voluto in qualche modo sdebitarsi del prezzo esagerato che mi faceva pagare per i gettoni.
La mattinata scorre veloce e intensa. E' tempo di andare verso Verona.
Recupero Alessandro e andiamo insieme verso Peschiera del Garda, dove ci aspetta Pier.
Poiché passeremo la notte in zona, Pier ha prenotato per noi in un albergo incredibile: un resort tranquillissimo in mezzo al verde a 2 metri dal lago. Un posto che non immaginavo neanche potesse esistere. La camera è enorme, ed ha un terrazzo che si affaccia sul lago. Gli ospiti son tutti stranieri.
Pranzo. Birra. Scherzi. Battute. Birra. Birra. Idea:
barca.
Affittiamo un motoscafo.
Sapete guidarlo?Ci chiede il proprietario. Noi rispondiamo in modo affermativo con una tale sicurezza, che il proprietario avrà pensato di trovarsi di fronte all'equipaggio di una barca della American Cup.
In realtà nessuno di noi sapeva fare un cazzo. Ad onor del vero forse Pier era vagamente più preparato. Però secondo me tutti abbiam pensato:
Ma cazzo, è un lago. Non ci sono strade, sensi di marcia, corsie, regole... basta non sbattere contro gli altri e non finire la benzina a largo!In effetti confermo che è così: c'è il volante, una leva per accelerare, e acqua dappertutto. Poche barche da schivare. Fine delle regole.
Abbiam passato una gran giornata di lago, in barca, esplorando la zona da un punto di vista privilegiato. E sparando cazzate a nastro.
La serata è stata piacevole: cena più dopocena, ma francamente eravamo tutti stanchi, quindi non abbiamo fatto tardi.
3 Luglio: Domenica Io e Ale ci svegliamo più o meno alla stessa ora. Doccia. Colazione abbondante in un dehor lambito dall'acqua del lago. Tutto buono e tutto bello. La compagnia. L'ombra. Il fresco. Il profumo degli alberi. il suono dell'acqua. I colori del lago. Ci raggiunge Pier. Andiamo a vedere il centro storico di Peschiera. Molto bello. Ha l'aria felice dei posti di villeggiatura. Aperitivo. Per pranzo ci dividiamo: Pier va da parenti, mentre io e Ale ci facciamo una classica pizza+birra su un molo.
Pranzo. Birra. Scherzi. Battute. Birra. Birra. Idea:
barca.
Quando Pier ci raggiunge, torniamo ad affittare il motoscafo.
Questa volta ci dedichiamo ad una esplorazione più specifica: andiamo a vedere le grotte di Catullo, visibili solo dal lago.
Alla fine è un buco di pietra, con tante barche attorno. Eppure me lo ricordo come un bel momento. E' stato un bel momento per la somma di tutti i fattori: la compagnia, la novità della barca, il panorama, la mente libera.
Nel tardo pomeriggio siamo rientrati a riva. Birra di commiato e partenza intelligente. Si chiama partenza intelligente. Mica viaggio intelligente. Per cui subito dopo essere partiti ci siamo incolonnati nel traffico. Il club degli stronzi in macchina sotto il sole era ora al competo. Mancavamo solo noi. Credo ci aspettassero.
L'esperimento è concluso. Confermo che per me un semplice weekend pieno di attività può competere con una settimana di vacanza.
Quel che rimane della vacanza sono le suggestioni, i ricordi, immagini. La mente non tiene traccia della durata effettiva in cui il tutto è avvenuto.
Ad oggi io ho il ricordo di una intera vacanza.