Cisterna

31 gennaio 2009

Il giorno in cui mi decisi a cambiare la macchina

Il momento di cambiare la macchina
Pronto, buongiorno, chiamo dalla concessionaria...
Palpitazioni
...la sua automobile nuova è appena arrivata...
Le parole all'altro capo del telefono si ovattano e passano in secondo piano. In primo piano c'è la mia vita: mi scorre per intero davanti agli occhi. Il mio triciclo rosso con le ruotine bianche. Il criptico mistero dei pedali, e la coda del gatto perennemente sotto una ruota. Un meeeew che risuona come un mantra.
La mia bicicletta verde e i milioni di giri del cortile fatti con gli amici canticchiando la sigla dei chips. Il mio motorino e le innocue scorribande adolescenziali. La mia fidanzatina. La prima macchina. I luoghi che improvvisamente diventano più vicini.
Oggi è un giorno importante: aggiungo un nuovo anello alla catena della vita.
Sono commosso. Percepisco la felicità dei momenti importanti. Una felicità in smoking.
Mi preparo immediatamente per andare in concessionaria. Il grande giorno è finalmente arrivato. Vorrei lasciare un segno a testimonianza di questo momento così emozionante. Incidere un cuore sulla corteccia di un albero. Vorrei festeggiare.
Corro in garage a prendere la macchina vecchia. Madonna, mi sembra ancora più un rottame del solito! La accendo e mi butto in strada spavaldo: velocità smodata in direzione concessionaria. Tiro le marce, sgommo, salgo sui cordoli delle rotonde... che cazzo me ne frega: tanto 'sta macchina è da rottamare!
Arrivato di fronte all'ingresso della concessionaria vengo folgorato: idea.
In terza piena entro nel grande spiazzo semideserto. Controllo che la cintura sia allacciata correttamente e puntello il piede sinistro in modo da essere più saldo.
3,2,1... Via!
Tiro il freno a mano e sterzo bruscamente. La macchina impazzisce: fischia e gira su se stessa. All'improvviso un cordolo spartitraffico blocca la giostra e la macchina si tuffa sfinita su un fianco. Le lamiere si lamentano. Quando tutto giace, apro la portiera verso il cielo ridendo in modo incontenibile. Il proprietario della concessionaria, i meccanici, gli impiegati, i clienti... decine di occhi attoniti mi fissano. Mi arrampico fuori dall'abitacolo e saluto trionfante:
Sto bene. Tranquilli. Tutto a posto. No problem per la macchina: era da rottamare.
Mi fa un po male una gamba, ma cerco di non zoppicare: tutti mi stanno ancora guardando. Vado verso un impiegato sorridendo emozionato, e spiegando che son venuto a ritirare la mia macchina nuova.
Imbarazzato l'impiegato mi fa notare che le targhe non sono ancora arrivate, e che ci vorrà qualche giorno.
No. Minchia che figura di merda.
Cerco di incassare con classe. Rido. E' una risata vagamente isterica che cerco di smorzare. Giro i tacchi e torno verso la mia macchina. Cazzo che disastro!
Un paio di meccanici mi aiutano a rimetterla sulle ruote. Incredibilmente quando provo a metterla in moto parte. Miracolo. Ingrano la prima ed esco dalla concessionaria. L'andatura è decisamente irregolare, con rumori di lamiere che raschiano, sobbalzi e singhiozii assortiti.
Non ho il coraggio di voltarmi per vedere la faccia della gente. Provo a sbirciare dallo specchietto retrovisore. Trovo solo il moncherino del suo stelo. Che situazione del cazzo. Ripenso alla scena. La immagino da diverse prospettive, dal punto di vista delle varie persone. Che situazione del cazzo. Penso ai miei genitori, che mi vedranno arrivare a casa con la macchina semidistrutta e vorranno sapere cosa mi è successo. Che situazione del cazzo. Penso ai miei amici, quando stasera mi vedranno arrivare al bar su questo rottame impresentabile. Che situazione del cazzo. Penso a tutto questo e inspiegabilmente mi vien da ridere. Una risata sincera ed inarrestabile. Intima ed inspiegabile. Una risata che proviene dal profondo. Da una parte di me che non incontro molto spesso. Peccato.