Dello strano rapporto che si instaura tra umani e animali
Gelida nottata d'inverno. Nel vicolo imperversano fitta pioggia e raffiche di vento pungente. Che tempo di merda: non vedo l'ora di essere a casa. In giro, giustamente, non c'è un'anima.
A sorpresa compare all'orizzonte la sagoma di un altro umano o presunto tale. Possibile? Mah... con 'sto tempo secondo me l'unica spiegazione possibile è che sia lo yeti: mi avvicinerò porgendogli un dono in segno di amicizia. Mentre infreddolito frugo nelle tasche alla ricerca di un presente, la figura avvolta nella foschia prende lentamente forma: è il solito deficente in pigiama che porta a spasso il cane tremando. Sopra il pigiama, a mo di inutile barriera contro le impietose condizioni atmosferiche, un piumino consunto. Non è possibile. Lo fisso con sguardo allibito. E' davvero un mistero imperscrutabile per me: che cazzo fa?! Questo sì che è stronzo! Il re degli stronzi... lo stronzo imperiale!
Ladies and gentlemen, please welcome Mr. King Size Stronz...
Il deficente in pigiama che porta a spasso il cane ha assunto per me la valenza di una figura mitologica. E' l'eroe che combatte contro la forza della natura, trascinandosi dietro un animale che titubante deve scegliere dove cagare. Com'è difficile trovare un porto sicuro in cui defecare sereno. I dubbi peraltro sono leciti: anche io li nutrirei se notassi che appena cago arriva uno che si porta via il mio stronzo.
La cosa grottesca è che più il tempo è infame, più è probabile che mi imbatta in questo individuo. Non credo che sia un caso. Secondo me il cane è l'unico animale che non si è salvato dal diluvio universale salendo sull'Arca di Noé. Durante il diluvio lui e il suo padrone hanno raggiunto la terra ferma lottando contro il tempo avverso e annaspando tra i flutti. Come tutti gli altri giorni. Probabilmente se fa bello al cane neanche gli scappa. La loro non è una routine. E' una missione. Una sfida.
Emilio: deficente con cane. Una sfida all'impossibile, senza nient'altro che il proprio pigiama. Con lui c'è Sector.
Con il tempo, la visione di certe scene fissa nella mia mente una serie di associazioni di idee negative.
Cane: sofferenza fisica.
Uomo in pigiama: catastrofe naturale.
Giunzaglio: tsunami.
...e poi la gente si stupisce quando sente di cani abbandonati in autostrada.
Per tentare di contrastare le associazioni di idee negative che nutro nei confronti degli animali domestici, ho pensato di mettermene uno in casa. E' stata una scelta travagliata. Dopo una lunga serie di valutazioni, ho optato per il topo ballerino: sufficientemente allegro e soprattutto poco impegnativo. Ne ho comprato uno. Vista la propensione alla danza della specie, l'ho chiamato AliceedEllenKessler. Gli ho fatto fare su misura un piccolissimo paio di scarpe da tip-tap, un bastone da passeggio di bamboo e un cappello a paglietta. Che classe. Un piccolo Fred Astaire peloso. Tutte le sere lo piazzo davanti alla TV a vedere Billy Elliot, e due volte a settimana lo mando a lezione di ballo. Pensavo che avesse il ritmo nel sangue, invece, se devo essere sincero, al momento balla abbastanza di merda. Non so. Sembra impacciato. Temo che le scarpe gli siano un po' strette. Non vedo altra spiegazione. Le ho anche portate da un calzolaio vicino a casa per vedere se riusciva a fare qualcosa. Le ha messe in tensione con un macchinario che aveva in laboratorio, ma me le ha sfondate. Cazzo. Come se non bastasse, ha poi cercato di riparare il danno alla benemeglio, ma è stato inutile: le scarpette sono rovinate. Si vede chiaramente. Ora AliceedEllenKessler con le scarpe ai piedi sembra un pagliaccio. Un pezzente. E' palesemente demotivato. Balla peggio di prima.
Vabbè, non importa. Al mio topo ballerino voglio bene lo stesso. In realtà le sue velleità artistiche sono per me di secondaria importanza. La sua caratteristica che mi interessa di più è la modalità stand-by. Ricordo di aver letto da bambino che i roditori con l'inverno vanno in letargo. Al mio AliceedEllenKessler ho preparato una confortevole casetta in uno scomparto del freezer. Devo assentarmi per qualche giorno? Ho una serie di impegni che mi impediscono di accudire il mio animaletto? No problem. Lo metto in frigo et voilà. Letargo. Lui dorme, ed io posso smettere di occuparmi di lui. Quando poi nel weekend ho un po' di tempo libero, lo scongelo e passiamo una mezza giornata insieme. Andiamo a farci un giro in macchina con il riscaldamento al massimo, e prendiamo per il culo i martiri ibernati con cane. Poveri. Sì. Poveri stronzi.
A sorpresa compare all'orizzonte la sagoma di un altro umano o presunto tale. Possibile? Mah... con 'sto tempo secondo me l'unica spiegazione possibile è che sia lo yeti: mi avvicinerò porgendogli un dono in segno di amicizia. Mentre infreddolito frugo nelle tasche alla ricerca di un presente, la figura avvolta nella foschia prende lentamente forma: è il solito deficente in pigiama che porta a spasso il cane tremando. Sopra il pigiama, a mo di inutile barriera contro le impietose condizioni atmosferiche, un piumino consunto. Non è possibile. Lo fisso con sguardo allibito. E' davvero un mistero imperscrutabile per me: che cazzo fa?! Questo sì che è stronzo! Il re degli stronzi... lo stronzo imperiale!
Ladies and gentlemen, please welcome Mr. King Size Stronz...
Il deficente in pigiama che porta a spasso il cane ha assunto per me la valenza di una figura mitologica. E' l'eroe che combatte contro la forza della natura, trascinandosi dietro un animale che titubante deve scegliere dove cagare. Com'è difficile trovare un porto sicuro in cui defecare sereno. I dubbi peraltro sono leciti: anche io li nutrirei se notassi che appena cago arriva uno che si porta via il mio stronzo.
La cosa grottesca è che più il tempo è infame, più è probabile che mi imbatta in questo individuo. Non credo che sia un caso. Secondo me il cane è l'unico animale che non si è salvato dal diluvio universale salendo sull'Arca di Noé. Durante il diluvio lui e il suo padrone hanno raggiunto la terra ferma lottando contro il tempo avverso e annaspando tra i flutti. Come tutti gli altri giorni. Probabilmente se fa bello al cane neanche gli scappa. La loro non è una routine. E' una missione. Una sfida.
Emilio: deficente con cane. Una sfida all'impossibile, senza nient'altro che il proprio pigiama. Con lui c'è Sector.
Con il tempo, la visione di certe scene fissa nella mia mente una serie di associazioni di idee negative.
Cane: sofferenza fisica.
Uomo in pigiama: catastrofe naturale.
Giunzaglio: tsunami.
...e poi la gente si stupisce quando sente di cani abbandonati in autostrada.
Per tentare di contrastare le associazioni di idee negative che nutro nei confronti degli animali domestici, ho pensato di mettermene uno in casa. E' stata una scelta travagliata. Dopo una lunga serie di valutazioni, ho optato per il topo ballerino: sufficientemente allegro e soprattutto poco impegnativo. Ne ho comprato uno. Vista la propensione alla danza della specie, l'ho chiamato AliceedEllenKessler. Gli ho fatto fare su misura un piccolissimo paio di scarpe da tip-tap, un bastone da passeggio di bamboo e un cappello a paglietta. Che classe. Un piccolo Fred Astaire peloso. Tutte le sere lo piazzo davanti alla TV a vedere Billy Elliot, e due volte a settimana lo mando a lezione di ballo. Pensavo che avesse il ritmo nel sangue, invece, se devo essere sincero, al momento balla abbastanza di merda. Non so. Sembra impacciato. Temo che le scarpe gli siano un po' strette. Non vedo altra spiegazione. Le ho anche portate da un calzolaio vicino a casa per vedere se riusciva a fare qualcosa. Le ha messe in tensione con un macchinario che aveva in laboratorio, ma me le ha sfondate. Cazzo. Come se non bastasse, ha poi cercato di riparare il danno alla benemeglio, ma è stato inutile: le scarpette sono rovinate. Si vede chiaramente. Ora AliceedEllenKessler con le scarpe ai piedi sembra un pagliaccio. Un pezzente. E' palesemente demotivato. Balla peggio di prima.
Vabbè, non importa. Al mio topo ballerino voglio bene lo stesso. In realtà le sue velleità artistiche sono per me di secondaria importanza. La sua caratteristica che mi interessa di più è la modalità stand-by. Ricordo di aver letto da bambino che i roditori con l'inverno vanno in letargo. Al mio AliceedEllenKessler ho preparato una confortevole casetta in uno scomparto del freezer. Devo assentarmi per qualche giorno? Ho una serie di impegni che mi impediscono di accudire il mio animaletto? No problem. Lo metto in frigo et voilà. Letargo. Lui dorme, ed io posso smettere di occuparmi di lui. Quando poi nel weekend ho un po' di tempo libero, lo scongelo e passiamo una mezza giornata insieme. Andiamo a farci un giro in macchina con il riscaldamento al massimo, e prendiamo per il culo i martiri ibernati con cane. Poveri. Sì. Poveri stronzi.