Cisterna

08 settembre 2009

Breve considerazione sulla cultura iraniana

Hafez
Se dico "Iran" cosa ti viene in mente?
Pensaci veramente: non è una domanda retorica.
Io nei giorni scorsi mi sono imbattuto per caso nel prologo di un libro di poesie di Hafez.
Wikipedia mi insegna che è un poeta persiano del XIV secolo.
Io non amo particolarmente la poesia.
Casa mia e casa di Hafez distano più di 6000Km.
Tra me ed Hafez ci sono circa 700 anni di differenza di età.
Eppure la sua poesia mi ha toccato. Per questo la condivido qui con te.

Se in questa raccolta di poesie vedrai
taverne, osti e ubriachi,
idoli e zunnar, croci e rosari,
cristiani, zoroastriani, pagani, brocche e conventi
vino e bei fanciulli, candele e ginecei,
melodie di liuto e canti d’ubriachi,
liquori e osterie, e gli sfaccendati delle bettole,
compagni, coppieri, tavole da gioco e fervide preghiere,
il dolce suono dell’’organo e del faluto il lamento,
il sabuh e le assemblee e coppe di vino una dopo l’altra
otri e calici, e le giare del venditor di vino,
e fare a gara nel trangugiar liquori,
correre dalla moschea alla taverna
e in quel luogo rilassarsi un po’,
per un bicchier dar in pegno sé stessi
al vino il corpo, e l’anima affidare,
rose, roseti, cipressi, giardini e tulipani,
e il racconto della rugiada dell’aurora;
peluria, nei, snelle figure e sopracciglia,
guance, visi, gote e lunghe trecce,
labbra, denti e occhi ebbri e seducenti,
teste e piedi, cintole e polsi e mani,
bada a non imbarazzarti per tutto ciò,
ma fatti coraggio e scovane il significato:
non t’impigliare nell’aspetto delle espressioni
se sei tra coloro che san capire quel che indicano!
Purifica il tuo sguardo se vuoi veder la purezza,
va via dalla buccia se vuoi vedere il nocciolo:
se non distogli lo sguardo dagli aspetti esteriori
come potrai diventare un conoscitore di misteri?
Poiché ciascuna di queste parole ha un’anima
e sotto ognuna di esse v’è un mondo...
tu cerca l’anima loro e passa via dal corpo,
lascia perdere il nome e ricerca il nominato:
non tralasciare alcun dettaglio,
finché diverrai compagno a Verità

02 settembre 2009

Discorso intorno all’affascinante e misterioso argomento degli alieni

il mitico disco volante con i fanali
Ci sono altre forme di vita nell’Universo? Boh. Francamente non lo so.
Però so una cosa: se mai esistessero sarebbero diversissime da quelle descritte da quei quattro babbei che son convinti di aver incontrato gli alieni.
Faccio un passo indietro.
Supponiamo che gli alieni esistano.
Supponiamo anche che un venerdì sera qualunque, in preda a quello scazzo che ti spinge a fare cose inutili, decidano di esplorare il nostro quadrante.
C’è gente che per scazzo lancia i sassi dal cavalcavia… ci può stare anche gente che decide di spararsi un viaggio della madonna scegliendo una direzione a cazzo e andando sempre dritto per anni-luce.
A me qui sorge già il primo dubbio… ‘sti alieni sono sufficientemente avanzati da arrivare ad esplorare il nostro quadrante?
Con tutta la tecnologia che hanno, possibile che non abbiano trovato nulla di meglio da fare? Boh. Voglio essere magnanimo con i quattro babbei che hanno visto un alieno: supporrò che gli alieni siano tecnologicamente avanzatissimi, ma per uno strano caso abbiano inventato solo tecnologie noiose, e nessuno svago per il venerdì sera. Astronavi fotoniche che esplorano l’universo, ma niente cinema. Niente musica. Niente gnocca. Niente birra. Niente gare di tutti. Una intera civiltà di sfigati. Di cagoni.
Prendono la loro bella astronave del cazzo a forma di disco, e partono per questo lungo viaggio verso l’ignoto.
La dea bendata, intenerita dal manipolo di ardimentosi mentecatti spaziali, tra tutte le direzioni possibili nell’universo, li assiste nel perseguire quella giusta: puntano verso di noi. Sono così distanti che puntano verso una intera galassia. Non vedono la terra. Vedono una nuvola sterminata di stelle tra le quali c’è anche il Sole. Che culo.
Ma la botta di culo più grande è che quando arrivano nel centro della nuvola di stelle scelgono proprio la nostra. La fortuna è innamorata di loro: se atterrano gli fa fare 6 al superenalotto tre volte a settimana.
A questo punto però accade un fatto strano: mentre gli alieni cazzeggiano increduli sopra di noi, quattro babbei terrestri li notano. Vedono le luci della loro astronave.
Le luci? LE LUCI?!
Ma cazzo di un cazzo, la loro astronave super avanzata ha i fanali?! Cari i miei quattro babbei che hanno visto gli alieni, siete proprio sicuri-sicuri?!?
Possibile che gli ardimentosi mentecatti spaziali non abbiano nessuna tecnologia migliore per la navigazione?
Questi vanno a velocità superiore a quella della luce con una astronave che ha i fanali.
Viaggiano così veloci che superano il fascio luminoso che producono.
Hanno montato sulla loro astronave super-avanzata dei fanali che non gli servono a un cazzo. E li hanno anche lasciati accesi. Bah. Francamente questa storia dei fanali mi sembra una stronzata di quelle ingombranti.
A questa stronzata se ne aggiunge un’altra splendida: gli alieni super-avanzati si accorgono che li abbiamo notati e si nascondono. Ci temono. Loro hanno le astronavi siderali. Noi abbiamo i deodoranti che ci piantano in asso dopo 24 ore. Però ci temono. E’ ridicolo. E’ come se io andassi ad un pic-nic, vedessi le formiche e mi nascondessi dietro un albero, sperando di non essere stato notato.
Il ritratto di alieno tratteggiato da questi racconti non è lusinghiero. Questi alieni mi sembrano davvero un branco di babbei.
Ecco.
Babbei che vanno alla ricerca di altri babbei. Da una parte all’altra dell’Universo alla ricerca dei propri simili.
Gli alieni sono arrivati fin qui alla ricerca di chi vede gli alieni.