Cisterna

25 agosto 2010

Oye como va

Estamos bien
Copiaco (Cile), miniera si San Jose.
La polvere rovente brilla accarezzata dai raggi del sole che tramonta.
Le squadre di soccorso si alternano nella ricerca disperata di un segnale dai minatori sepolti. La speranza è flebile: sono passate più di due settimane dal crollo.
Dopo 17 interminabili giorni di lavoro, la perseveranza viene premiata da un segno. Un messaggio scritto su un foglio di carta. I 33 minatori sono tutti vivi, al sicuro nel rifugio di emergenza predisposto 700 metri sotto la superficie. E' il 22 Agosto 2010.
La gioia si diffonde rapida e contagiosa tra gli operatori. Soccorritori, giornalisti, colleghi, famigliari: ognuno festeggia incredulo. Poi scende il buio, accompagnato dal freddo. La festa lentamente si spegne e tutti tornano all'accampamento a dormire.
Tutti tranne Oleandro de Montecucco, un collega minatore che ha abusato del pisco, scorso a fiumi durante la festa.
Barcollando e sorridendo, Oleandro si avvicina al cordone ombelicale che collega i minatori intrappolati con la superficie. Oleandro si avvicina al tubo. Appoggia la bocca e prova a parlare.
- Pedro. Augusto. Antonio. Mi sentite?
Voci fioche rotte di commozione rispondono all'appello.
- Sì, vi sentiamo. Stiamo tutti bene. Avevamo perso la speranza, ma ci avete salvato. Grazie di cuore. Vi dobbiamo la vita. Siamo qui, tutti e 33. La stanza è piccola e buia, ma stiamo tutti bene. La felicità di essere stati ritrovati ci fa sembrare tutto bellissimo.
La stanza è veramente piccola per 33 persone. Oleandro lo sa: l'ha vista durante le esercitazioni. Una cinquantina di metri quadrati. Pochi per un gruppo così numeroso.
Neglio occhi di Oleandro si accende una luce. Tra mille risolini eccitati chiede ai compagni:
- Avete fame? Volete qualcosa da mangiare?
- Sì Sì... Sì, se è possibile!

Oleandro corre incerto fino all'accampamento. Entra in cucina. Nella penombra della luna si guarda attorno. Apre le pentole. Toh, una zuppa: il tubo è piccolo, e una zuppa è l'ideale. Riempe un catino di zuppa e torna verso il tubo.
- Ragazzi, ecco qui. E' zuppa. Preparatevi, che ora la verso nel tubo.
I minatori eccitati si avvicinano usando il casco protettivo a mo di scodella.
Scende la zuppa. Il primo della fila, Alvaro Corrantes, la beve ancora calda dal suo elmetto. E' buonissima, gli da i brividi. I brividi però cessano. Alvaro sobbalza.
- Fermi tutti! Non bevetela. Buttatela a terra.
I colleghi, atterriti, rovesciano immediatamente a terra la zuppa.
- Che c'è Alvaro? E' veleno?
Alvaro esita. Poi ammette:
- Ragazzi, è una fagiolata alla John Wayne. Viste le dimenzioni della stanza è troppo pericolosa!
Nel buio del rifugio si percepisce un moto di indignazione. Alvaro viene pesantemente insultato da tutti i colleghi. Gli insulti sono mossi da due concause.
La prima è la fame. Temendo per la vita, i minatori hanno versato la zuppa sul pavimento di terra battuta, ed ora non è più possibile raccoglierla.
La seconda è il rancore verso Alvaro Corrantes. Lui ha mangiato. Lui ha gustato la fagiolata dopo 17 giorni di freddo cibo insapore. Lui. Alvaro Corrantes, detto El Pinatubo, il minatore famoso per le memorabili scoregge.
Alvaro è un ragazzo semplice. Un buono. Cerca di sdrammatizzare la situazione come meglio può...
- Forza ragazzi, non disperiamoci. Presto arriverà altro! A proposito sentite questa...
Scende il gelo, evidenziato dal suono fiacco e tremolante di una scoreggia.
Alvaro si giustifica: Ragazzi, quante storie, meglio fuori che dentro!
Alvaro è un ragazzo semplice, ma sa quando è tempo di trattiene una risata.
Le urla dei colleghi si trasformano in sdegnata disapprovazione, spintonamenti, botte.
Alvaro chiede scusa. Si giustifica:
- Vi prego: è più forte di me. Farò del mio meglio per evitare, però risparmiatemi!
I colleghi accettano un compromesso: se Alvaro riuscirà a trattenere le scoregge, la sua vita sarà risparmiata.
Passano le ore. La fronte di Alvaro è perlata di sudore. La pressione nello stomaco è oramai insopportabile. Disperato chiede una tregua.
- Vi scongiuro. Non ce la faccio più. Pietà!
Gli viene concesso uno sfogo, ma a gran voce gli viene imposta la modalità: nel tubo.
Alvaro stenta a crederci. E' la fine di un incubo. Contratto dal dolore si avvicina al tubo, si gira e si mette sulle punte dei piedi per far aderire perfettamente il tubo al culo. E' fatta. El Pinatubo può finalmente eruttare.
Il lungo tubo deforma il suono, lo rende greve e innaturale. Strano. Scomposto. Non è una semplice scoreggia. E' una scoreggia mista a rumori liquidi e voci umane. Voci che gridano.
Food is coming. Arriva il cibo: prepate un contenitore.
Alvaro viene spinto lontano dal tubo e i minatori preparano l'elmetto.
Zuppa. L'unica cosa che passa facilmente dal tubo. Zuppa vagamente effervescente al sapore di merda.
Dopo il pasto, il gruppo ringrazia i soccorritori e li rassicura: los trentados stanno tutti bene.

3 Comments:

  • Ahahahaha, povero Alvaro :)

    By Blogger Paolo68123, at 10:05 AM  

  • Paolo, sei il mio lettore più assiduo.
    Grazie, mi lusinghi :-)
    Ti offrirò una zuppa.
    Liscia o effervescente?

    By Blogger Roberto, at 12:42 AM  

  • Se dalla pentola passa al piatto tramite un mestolo, proverei quella effervescente. Anche se perde quel tipico aroma rispetto a quella servita con il tubo.

    By Blogger Paolo68123, at 3:12 PM  

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