Cisterna

08 settembre 2010

Sul deleterio fenomeno dell'eiaculazione precoce verbale

Ecco come dovrebbe essere una tipica telefonata!
Io sono contrario alla tecnologia facile da usare e alla portata di tutti.
Io voglio che ci sia una selezione naturale sugli utenti delle tecnologie. Se una persona non sa usare una certa tecnologia, ci sarà una ragione. E' evidente che ha un limite. Punto. Non casca il mondo. Tutti hanno dei limiti e li accettano.
Se io non so giocare a tennis, non devo rompere il cazzo al mondo, chiedendo racchette più grandi, campi più piccoli, palline più lente. Devo allenarmi seriamente, oppure cambiare attività.
E' un processo naturale. Mica lo ho inventato io adesso. Lo ha inventato la Natura, e Darwin lo ha condensato in una teoria.
Dare a tutti una tecnologia è sbagliato. Nel mucchio c'è sempre un discreto numero di minus abens che fanno danno.
Uno dei casi più evidenti di quanto sostengo è il fenomeno dell'eiaculazione precoce verbale, ovvero quel fenomeno per cui persone che sono lente a capire e a pensare hanno a disposizione tecnologie velocissime per comunicare.
In passato il problema era naturalmente attenuato dai limiti della tecnologia. Oggi non più.
Nel Medio Evo le comunicazioni avvenivano tramite ambasciatori, messaggeri a cavallo, missive scritte con cura. C'era il tempo di riflettere. Di soppesare. Di rileggere. Di capire ciò che si intendeva esprimere e di controllare che fosse chiaro.
Oggi siamo circondati da gente che fatica a capire il finale di un telefilm, ma pretende di comunicare dal cellulare mentre guida nel traffico.
Persone che faticano a capire una barzelletta hanno in mano strumenti pericolosissimi come le email, con il comando inoltra e metti in copia. Oppure gli SMS, magari con le liste di distribuzione. Oppure gli Instant Messengers a finestre multiple. Twitter. Facebook.
Cazzo, secondo me certe tecnologie dovrebbero essere difficilissime da usare. Pesanti. Grosse. Da caricare a molla, oppure con una caldaia a vapore da caricare a mano, usando un badile. Con i comandi di travertino.
Invece no: qualsiasi coglione ha accesso alla comunicazione veloce.
Le mail ci raggiungono ovunque.
Siamo nello spazio virtuale.
Siamo online.

E per dimostrare che si è online, è fondamentale rispondere prontamente.
Inviare il commento. Aggiornare il proprio stato. Rispondere alla mail. All'SMS. Ah, sì, se non rispondi subito non sei nessuno.
Click RISPONDI Click
...Hop hop. Subito. Voilà...
Click INVIA Click
...Hop hop. Subito. Voilà...
Ho risposto.
Sono finalmente online con la mia nuova cazzata.

01 settembre 2010

Manifesto del cattivogustaio

La prova del cuoco: che trasmissione del cazzo!
Le tagliatelle di nonna Pina mi fanno cagare.
Io voglio un mondo migliore, un mondo in cui la casta dei buongustai non esista.
A me piace la gente normale.
Le persone con una passione normale. Per l'arte. Per lo sport. Per la matematica. La lettura. Il cinema. La gnocca. I fumetti. Giocare a palline.
Anche la cucina ed il cibo, perché no, ma a livelli normali.
Cazzo, dov'è finita la gente normale?!
Boh. Spariti. Evaporati. Tutti spazzati via. Al loro posto si sono insediati i buongustai.
Sono arrivati di nascosto, scivolando su pattine silenziosissime: io non mi sono accorto di niente fino all'ultimo.
Sono ovunque. Sono tantissimi. Troppi.
Quelli che cucinano in modo impeccabile, e solo con ricercatissimi ingredienti di prima qualità. Tutto il resto li disgusta.
Quelli che sfoggiano padronanza di termini nel descrivere un vino, e che ci tengono ad usare rigorosamente aggettivi che non c'entrano un cazzo con il vino.
Quelli che mangiano solo cose bio: se passano al reparto detergenti del supermercato assaggiano ed elogiano anche il Bio-Presto.
Quelli che fanno 50 kilometri per andare a comprare i ravanelli kilometri zero, che sono più genuini e non inquinano.
Quelli che inorridiscono se un accostamento di sapori non è perfetto, usando la stessa espressione scandalizzata di una bigotta che vede un prete spegnere un cero votivo con una pisciata in chiesa.
Quelli che godono solo a tavola.
Il cibo è nutrimento. La tavola è un momento conviviale. Sono cose importanti, ma non sono il fulcro dell'Universo.
L'Universo è in grado di sopravvivere anche ai peggiori accostamenti tra cibo e vino.
Io non capisco l'accanimento esclusivo sul tema culinario tipico dei buongustai. Seguire solo programmi di cucina, leggere solo libri di cucina, discutere solo di cucina e solo con altri appassionati di cucina.
Andare a cena fuori (unico evento mondano concepibile dal buongustaio), e poi passare la serata a mangiare, disquisendo e argomentando esclusivamente intorno al cibo, agli ingredienti, al servizio, al ristorante.
Ah, che accostamento originale in questo piatto!
Ah, che bouquet ricco che ha questo vino!
Ah, assaggia questo: è eccezionale.
Ah, si scioglie in bocca!

Per la cronaca anche le torte di terra che faceva mia sorella a 4 anni si scioglievano in bocca. Ne vuoi provare una? Se non trovo la terra, dono volentieri un mio stronzo per farti provare l'esperienza.
Caro buongustaio, ma da dove sei saltato fuori? Quando, come e perché hai preso il posto della gente normale?
Nella tua testa a pentolone, nel brodo dei tuoi pensieri, non c'è nulla oltre a queste quattro cagate su quello che stiamo mangiando?
Credi che sia normale un comportamento del genere?
Il fatto che sia diffuso e che vada di moda non significa che sia normale.
Non so perché questa cosa sia così popolare. Però è una aberrazione. Non è normale.
Sarà possibile considerarla una cosa normale solo quando tutti si uniformeranno ad essa.
Ma io resisto. Forse da solo, ma resisto. Tra un piatto di pasta mal condita e un bicchiere di spuma del discount, io ti aspetto. Mi preparo allo scontro mangiando e bevendo quello che capita.
Se è vero che viviamo per mangiare, non mi interessa vivere.