Cisterna

25 agosto 2008

Enciclopedia dei supereroi dimenticati: Capitan Maranza

Capitan MaranzaPer comprendere le avventure di Capitan Maranza, è necessario conoscere la storia del suo creatore: Felice Mastronzo. Ultimo figlio della numerosa famiglia dei Mastronzo, il piccolo Felice inizia giovanissimo a dilettarsi con colori e matite. Ama disegnare e sogna di diventare un giorno un illustratore professionista. Il padre Eugenio però dissuade ben presto il giovane Felice dal perseguire la carriera di disegnatore, a causa della precarietà di una simile carriera. Celebre il suo discorso su Giotto:
Figlio mio, disegnare non ti può dare da mangiare. Neanche se sei bravo. Prendi Giotto. Minchia, lui era famoso. Ma famoso forte. Eppure anche lui alla fine ha dovuto rassegnarsi: ha smesso di disegnare ed ha messo su una impresa che fa le matite colorate. Hai visto?
Colpito dall’insegnamento del padre, Felice rinuncia alla sua passione e si dedica ad un lavoro serio: il car tuning. Un lavoro che svolge con dedizione e che gli permette di vivere decorosamente fino al giorno in cui indovina la combinazione vincente del superenalotto.
Felice si sente baciato dalla fortuna e decide di aprire una piccola casa editrice specializzata in testi illustrati, la Edizioni Maranza. Felice illustra svariate decalcomanie per alettoni, ma il successo gli giunge grazie ad un fumetto di pregevole fattura, Capitan Maranza.
Nonostante i risultati incoraggianti, Felice è comunque conscio dei suoi limiti ed incerto sulla correttezza ortografica dei suoi testi. Decide pertanto di assumere un neo-laureato in qualità di correttore di bozze e co-autore.
Il giovane laureato, mosso da invidia per l’immeritato successo dell’ignorante datore di lavoro, decide di boicottare tutti i testi di Capitan Maranza.
Subito dopo la pubblicazione, la nuova versione di Capitan Maranza viene erroneamente interpretata dai critici d’arte come una performance artistica di profonda denuncia, e vale a Felice Mastronzo una interminabile serie di premi ed onorificenze.
Grazie alle enormi ricchezze accumulate, Felice corona nel 2006 il suo secondo sogno: infrangere il record mondiale di superficie dell’auto coperta dai suoi amati alettoni. Felice verrà sempre ricordato così: felice e fiero, mentre saluta la folla dalla sua auto tempestata di alettoni. Purtroppo una folata di vento lo ha portato via e non lo ha mai restituito ai suoi cari.
A seguito della scomparsa di Felice, la Edizioni Maranza ha chiuso i battenti, ed il suo unico dipendente vive oggi di aiuti dai familiari e brevi contratti interinali.

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