Enciclopedia dei supereroi dimenticati: l’uomo introspettivo invisibile
Raymond Wells nasce il 21 aprile 1854 a Bromley, nel Kent, da Joseph e Neal Wells. Il padre e' un venditore di ceramiche e giocatore professionista di cricket di umili condizioni sociali, mentre la madre e' una domestica.
Le umili condizioni del giovane Wells lo abituano fin da ragazzo ad esprimere la sua pulsione creativa con mezzi di fortuna.
Le sue maleodoranti illustrazioni a stronzoncino, nonostante la pregevole fattura, vengono ignorate dalla comunità artistica locale e costano al giovane creativo un pesante ostracismo da parte dei colleghi.
Assalito dal dubbio che il suo problema sia semplicemente il mezzo espressivo, in una fredda mattina del 1878 Raymond Wells decide di investire tutti i suoi averi in un set da disegno adeguato: cartoncino e matite assortite.
Giunto a casa l’amara scoperta: oh cazzo… e il temperino?
Raymond ha finito i soldi, e sa bene che non sarà né facile né immediato trovare nuovi fondi per acquisire l’ulteriore strumento. Cade nello sconforto più profondo. Si interroga sulla sua condizione economica e sul beffardo influsso che ha sulla sua esistenza. Sul beffardo influsso che ha sulla sua possibilità di esprimersi.
Al culmine dello sconforto però il giovane Raymond ha una illuminazione: capisce l’importanza e la forza prorompente dell’idea creativa. Folgorato dall’intuizione, prende carta e matita (non temperata) e disegna una splendida serie di tavole illustrate per descrivere il suo disagio interiore. L’opera è sublime, ma è praticamente impercettibile all’occhio umano: l’unico modo di scorgerla è inclinare il foglio e cercare i deboli segni della pressione sul foglio.
La comunità artistica nutre pesanti dubbi sugli impercettibili disegni di Raymond, e così, per giustificare la cosa, il 24 Novembre 1878 Raymond inventa di sana pianta l’uomo introspettivo invisibile (titolo originale: The Introspective Invisible Man). E’ un successo assoluto ed immediato. Le tavole sono richiestissime ed il loro valore aumenta giorno dopo giorno. Finalmente Raymond può permettersi un temperino d’argento. Lo compra ma non lo userà mai per ovvie ragioni.
All’apice del successo, Raymond Wells ha modo di conoscere i fratelli Lumiere e rimane affascinato dalla loro nuovissima invenzione: il cinematografo. Raymond non ci pensa due volte ed investe tutti i suoi soldi nel primo colossal di fantascienza introspettiva di tutti i tempi: Uomo introspettivo invisibile: il film.
Il film viene girato con un dispendio di risorse ingentissimo, in quanto Raymond non può accettare che davanti alla cinepresa non ci sia nessuno. Lui vuole un attore in carne ed ossa, ma invisibile. Con complicatissimi giochi di specchi e luci e con una postproduzione artigianale su ogni singolo fotogramma il colossal prende forma. Un film muto. Quattro ore e ventiquattro minuti di schermo bianco.
Un disastro assoluto. Settantaquattromila richieste di rimborso del biglietto per un pubblico pagante totale di sedici persone.
Sopraffatto dai debiti e dallo sconforto, Raymond si toglie la vita: si taglia le vene con il suo temprino d’argento. Suo fratello, Herbert George Wells, in ricordo dello sfortunato famigliare, nel 1881 ripropone in chiave più avventurosa lo sfortunato personaggio fantascientifico: l’uomo invisibile che tutti conosciamo.
Le umili condizioni del giovane Wells lo abituano fin da ragazzo ad esprimere la sua pulsione creativa con mezzi di fortuna.
Le sue maleodoranti illustrazioni a stronzoncino, nonostante la pregevole fattura, vengono ignorate dalla comunità artistica locale e costano al giovane creativo un pesante ostracismo da parte dei colleghi.
Assalito dal dubbio che il suo problema sia semplicemente il mezzo espressivo, in una fredda mattina del 1878 Raymond Wells decide di investire tutti i suoi averi in un set da disegno adeguato: cartoncino e matite assortite.
Giunto a casa l’amara scoperta: oh cazzo… e il temperino?
Raymond ha finito i soldi, e sa bene che non sarà né facile né immediato trovare nuovi fondi per acquisire l’ulteriore strumento. Cade nello sconforto più profondo. Si interroga sulla sua condizione economica e sul beffardo influsso che ha sulla sua esistenza. Sul beffardo influsso che ha sulla sua possibilità di esprimersi.
Al culmine dello sconforto però il giovane Raymond ha una illuminazione: capisce l’importanza e la forza prorompente dell’idea creativa. Folgorato dall’intuizione, prende carta e matita (non temperata) e disegna una splendida serie di tavole illustrate per descrivere il suo disagio interiore. L’opera è sublime, ma è praticamente impercettibile all’occhio umano: l’unico modo di scorgerla è inclinare il foglio e cercare i deboli segni della pressione sul foglio.
La comunità artistica nutre pesanti dubbi sugli impercettibili disegni di Raymond, e così, per giustificare la cosa, il 24 Novembre 1878 Raymond inventa di sana pianta l’uomo introspettivo invisibile (titolo originale: The Introspective Invisible Man). E’ un successo assoluto ed immediato. Le tavole sono richiestissime ed il loro valore aumenta giorno dopo giorno. Finalmente Raymond può permettersi un temperino d’argento. Lo compra ma non lo userà mai per ovvie ragioni.
All’apice del successo, Raymond Wells ha modo di conoscere i fratelli Lumiere e rimane affascinato dalla loro nuovissima invenzione: il cinematografo. Raymond non ci pensa due volte ed investe tutti i suoi soldi nel primo colossal di fantascienza introspettiva di tutti i tempi: Uomo introspettivo invisibile: il film.
Il film viene girato con un dispendio di risorse ingentissimo, in quanto Raymond non può accettare che davanti alla cinepresa non ci sia nessuno. Lui vuole un attore in carne ed ossa, ma invisibile. Con complicatissimi giochi di specchi e luci e con una postproduzione artigianale su ogni singolo fotogramma il colossal prende forma. Un film muto. Quattro ore e ventiquattro minuti di schermo bianco.
Un disastro assoluto. Settantaquattromila richieste di rimborso del biglietto per un pubblico pagante totale di sedici persone.
Sopraffatto dai debiti e dallo sconforto, Raymond si toglie la vita: si taglia le vene con il suo temprino d’argento. Suo fratello, Herbert George Wells, in ricordo dello sfortunato famigliare, nel 1881 ripropone in chiave più avventurosa lo sfortunato personaggio fantascientifico: l’uomo invisibile che tutti conosciamo.
2 Comments:
(qui ci vuole un commento introspettivo invisibile)
By Gaia, at 10:10 AM
!
By Roberto, at 12:29 PM
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