Cisterna

24 luglio 2008

Dello strano fenomeno delle inefficienze comunicative da eccesso di padronanza espressiva

Non c'è un cazzo da fare: si vede che 'sta scarpa l'hanno disegnata i ricchioniIn Iran trascorro settimane intere a comunicare con le persone in una lingua che non appartiene né a me né a loro. Non è sempre facile, ma la buona volontà da entrambe le parti fa miracoli. Gesti, mimica, circonlocuzioni di parole... ogni mezzo è buono per tentare di capirsi.
Al mio successivo rientro in Italia mi sento spesso un disadattato. Mi relaziono con persone che parlano la mia stessa lingua, eppure non capisco quel che dicono. Persone che hanno una proprietà di linguaggio sterminata, ma che mi sembra non abbiano la volontà di dire. Preferiscono accennare delicatamente. Ammiccare. Abbozzare. Tirare di fioretto con le parole. E alla fine io non ci capisco un cazzo.
Parlo di quelle persone che mi dicono frasi come:
- Sai, mi sono visto con Tizia.
- Eh, e dunque?
- Eh, appunto... mi sono visto. Sì, insomma, ci siamo visti. Capisci?
Vuoi dire che l'hai trombata? Cazzo, esiste una parola apposta. Anzi, più di una. E tu ne usi una che significa tutt'altro. L'azione di vedere si fa con gli occhi. Se non ho capito male tu mi parli di qualcosa che si fa con un'altra parte del corpo. Perché?!? Ignoranza in anatomia? Timidezza? Paura di affermare un concetto? Gusto per il delicato? Boh. Non capisco. Non mi capacito. Esprimersi in modo vago è una cazzata che spesso ha costi altissimi. Un esempio su tutti: le paperine. Sono convinto che non esista uomo sulla faccia della terra favorevole alle paperine. A me fan cagare. Eppure la moda delle paperine imperversa. Già immagino le migliaia di comunicazioni vaghe che hanno permesso il diffondersi delle scarpe a spatola.
- Oh, hai comprato le paperine? Che simpatiche!
- Oh, hai comprato le paperine? Devono essere proprio comode!
- Oh, hai comprato le paperine? Bene, in questo periodo avevo proprio voglia di un azzeramento totale della libido con incubi notturni e possibili futuri problemi erettili cronici!
Porca puttana maledetta, dov'erano gli uomini intellettualmente onesti quando le donne hanno optato per l'acquisto di un paio di paperine?
Vergogna!
Secondo me avere proprietà lessicale completa ed esprimersi in un modo volutamente approssimativo è un paradosso inaccettabile!
Non intendo indagare le ragioni più profonde ed intime della cosa. Non è mia intenzione comprendere il fenomeno. Io voglio combatterlo! Non è una cosa che faccio solo per me. E' una cosa che faccio per tutti: per me e per gli altri. Per vivere in un mondo migliore, in cui chiunque è libero di esprimere un concetto che reputa valido senza soffocare le proprie idee nelle letali spire delle seghe mentali, e dove ogni parola ha il peso di una parola. Non di un macigno. Non di un'ala di farfalla. Di una parola. Voglio che con me il prossimo usi le parole giuste. Non le più delicate. Non le più raffinate. Io non sono abbastanza intelligente per certe cose! E credo che l'umanità non sia pronta a tollerare un altro scempio della portata delle paperine. Salva il mondo: parla chiaro.

18 luglio 2008

Cisterne volanti del futuro

report shinystatBenvenuto piccolo amico. Non avere paura. Vieni avanti e mettiti comodo.
Qual'è il tuo nome? Da dove provieni? So che sei giunto fin qui digitando in un motore di ricerca le misteriose parole: cisterne volanti del futuro.
Non può essere un caso. Tu sai qualcosa. Lo percepisco, e per questo sono onorato che tu sia giunto in questo porto sicuro.
Mettiti a tuo agio e leggi tranquillo. Nessuno ti disturberà.
Io resterò qui, interrogandomi sulla miseriosa ragione che ti ha spinto nella tua originale peregrinazione.
Interrogandomi sulla altrettanto misteriosa ragione che pone questo blog come primo risultato della tua criptica ricerca.
Sono sicuro che sia un segno. Il germe di un disegno più grande che ci unisce.

16 luglio 2008

Non capisco quel che dici, perché quello che sei parla più forte

La proverbiale sicurezza informatica del mio hotel8 Luglio: mentre i notiziari di tutto il mondo parlano dei missili lanciati dall'Iran, arrivo in hotel e mi accorgo che internet non funziona.
Nei giorni successivi rientra l'allarme missili: si trattava di qualche petardo taroccato con photoshop.
Negli stessi giorni rientra anche il mio personale allarme internet in hotel: mi attacco alla rete wireless libera del vicino di casa.
Oggi l'allarme internet in albergo cessa definitivamente: vengo convocato dalla reception per ritirare la password per l'accesso ufficiale al wifi.
Con gesto solenne il receptionist prende un foglietto di carta, ci scrive sopra qualcosa, piega il foglio e lo tempesta di clip metalliche. Mi consegna la nota corazzata, che curioso apro di fronte ai suoi occhi.
Leggo la password: 1234.
Cazzo che combinazione inimmaginabile. Voglio conoscere il suo geniale demiurgo. Per fortuna me la hanno scritta su un foglio di carta, avrei potuto dimenticarla!
Scusi, com'è la sequenza della password, che non mi ricordo più? Uno, due e poi?
Eh, guardi, francamente tocca il mio punto debole: la matematica. Però grazie al cielo ho sempre con me questa utile nota: 1 2 3 4.

Ulteriore nota di colore: la password è la stessa per tutti. Per provarlo è stato sufficiente inserire il nome utente di qualcun'altro. Sì, perché il nome utente è niente popò di meno che il numero della camera.
Ora aspetto con ansia la prossima scoppiettante mossa intimidatoria iraniana. Con quale potente mezzo ci stupiranno? Fonti non ufficiali mormorano che presto manderanno un clown presso la sede dell'ONU che costruirà lo stemma del nucleare con i palloncini...

10 luglio 2008

Altissima, purissima...

DarbandMontagna. Una parola che mi evoca inverno. Ghiaccio. Neve. Baite. E soprattutto Messner che rompe il cazzo con il suo italiano stentato.
Se mi dici montagna, io penso subito all'acqua di Messner. E i caprioli? Boh... roba da polenta.
Nel mio immaginario l'archetipo di montagna è popolato da sosia di Messner disseminati in ogni dove che sollevano innumerevoli bottiglie d'acqua.
La vera montagna però è qualcosa di diverso: è un sasso grandissimo con in punta Mike Bongiorno che solleva una bottiglia di grappa. E' storicamente documentato!
Chissà come sono fatte invece le montagne nei paesi poveri... in quei paesi dove non ci sono VIP da aspergere copiosamente sulle vette. Boh. Sarà un posto un po' del cazzo. Noioso. Vuoto. I paesi poveri si riconoscono anche per queste cose!
I paesi ricchi invece dispongono di grandi quantità di VIP da usare per dare un senso non solo alla montagna, ma alla natura intera. E' noto che prima dell'isola dei famosi, le isole non servivano a niente. Non ci voleva andare nessuno. A volte venivano addirittura usate come carcere o come luogo per esuli forzati. Ora sono invece mete ambite.
L'importanza del VIP per dare un senso alla natura è assolutamente innegabile. Una ulteriore dimostrazione ne è il lago di Como. Fino a pochi anni fa era tristemente famoso tra gli studenti per l'incipit de I Promessi Sposi.
Quel ramo del lago di Como...
Quante volte l'ho maledetto! Che cagata pazzesca! Ah, che soddisfazione, a distanza di anni mi son tolto un sasso dalla scarpa. Era un sasso piccolo. In punta non c'era nanche una vecchia valletta di Mike!
Ad ogni modo, dopo tanti anni di maledizioni verso il suddetto lago, è arrivato George Clouney. Il resto è storia. Rotocalchi patinati e storia.
I paesi poveri sono la contro-prova di questo fenomeno. Cosa conosciamo del Bangladesh? Del Pakistan? Dell'Ecuador?
Cosa dovremmo conoscere di questi posti?! Niente: non ci sono VIP nei paesi poveri!
Terre ignote. Lande sconosciute. Luoghi inesplorati.
Attratto dal fascino del misterioso, nei giorni scorsi ho deciso di visitare uno di questi luoghi: le montagne a nord di Tehran. Nessuna traccia di VIP o presunti tali. Nessuna traccia di turisti stranieri. Ho percepito una sensazione strana. Sembrava che la montagna non si aspettasse l'arrivo di un ospite straniero. Porca miseria... ho colto impreparata niente meno che una montagna!
La montagna era lì, circondata da rassicuranti turisti locali. Io sono arrivato in punta dei piedi, senza farmi notare. Qui ho potuto registrare un modo diverso e desueto di fare turismo. Gli ecologisti lo potrebbero definire barbaro. Io preferisco definirlo ingenuo. In cui uomo e natura si fondono con un gesto che ha il vigore della passione, più che la delicatezza dell'amore. Un atteggiamento difficile da spiegare, che proverò ad illustrare con pochi accenni.
Sui pendii della montagna si sviluppano lussuosi ristoranti terrazzati. Tavoli imbanditi, camerieri in livrea e architettura orientaleggiante. I sentieri sono cosparsi di colorate bancarelle. La gente passeggia curiosa, fermandosi di tanto in tanto per comprare qualcosa. Un souvenir. Un dolce. Un frutto. Nei punti panoramici ci sono isole di tappeti rialzati, a cui si accede scalzi, e dove si può bere un té o un succo di frutta tra amici.
Le zone in cui vi è maggiore affluenza di visitatori sono illuminate a giorno, ed abbellite da fontane artificiali e giochi di luce.
Gli alberi che costeggiano i sentieri principali sono addobbati con innumerevoli lucine colorate. Un vero orgasmo kitch!
La montagna a nord di Tehran non è un luogo da visitare armati di picozza e borraccia, alla ricerca di fonti incontaminate custodite da un sosia di Messner.
E' un insolito punto di ritrovo clandestino, in cui natura ed umanità si fondono in una passione che potrebbe anche essere definita distruttiva. Ma che a me, inconsciamente maniaco sessuale, è piaciuta molto.