Cisterna

08 marzo 2007

Citazioni 2.0: Fatti non foste...

Dante ruttanteDante Alighieri (qui accanto raffigurato mentre carica uno dei suoi celebri tuoni di ventre agli europei di rutti del 1294) è per me uno dei personaggi più affascinanti del Medioevo. Un vero genio. L'intuizione della sua grandezza la ebbi al liceo. Tutti gli altri autori del passato scrivevano tomi e tomi di roba. Dalla loro mega-produzione venivano poi estratti 2 o 3 brani interessanti, che finivano nelle varie antologie. E tutto il resto? Accantonato. Inutile. Gli amanuensi si son fatti un culo fotonico per nulla. Se lo sapevano, si limitavano a copiare i 2 o 3 brani importanti, e potevano poi andare a bersi una birretta con gli amici.
E Dante? Lui no. Lui ha avuto l'idea più bella del mondo: ha scritto la Commedia. Non è mica un'opera sterminata. Credo che fatta e finita gli sarà uscita fuori tipo 80-100 pagine. Poi ha confrontato il suo lavoro (un plico sottile) con quello degli altri (tomi e tomi di roba). Sicuro avrà pensato: "Che figura di merda! Ho scritto poco"(cit.). Però giustamente non aveva testa di mettersi lì a scrivere ancora... c'era Beatrice da andare a prendere. Nella sua opera c'era già tutto il necessario per fare colpo sulla donzella e passare una serata della madonna... era il caso di mandare una bella serata dal culo per competere con quattro sfigati?
A questo punto, secondo me, il suo lampo di genio. Io mi immagino Dante sotto casa di Beatrice che la aspetta con la Commedia in mano. Lei, come tutte le donne, lo fa aspettare. Lui ha l'intuizione della vita: 4 modifiche in croce che gli cambieranno il destino. Cambia un po le parole in modo che qua e la non si capisca un cazzo. Citazioni ermetiche, dire e non dire...
Poi cambia il nome: Divina Commedia. Geniale. I posteri, incuriositi dal titolo, hanno iniziato a leggerla. Poi quando non capivano una cosa provavano a dare una loro interpretazione. La scrivevano sotto forma di nota, per meglio esplicitare ciò che credevano essere la bellezza nascosta della divina commedia. I posteri gli hanno allungato l'opera gratis. Hanno aggiunto aneddoti, sfumature, spiegazioni. Porca miseria: la divina commedia è la versione beta della wikipedia!
Nel tempo le sue 80 paginette (che per gli amanuensi erano un gioco da ragazzi) son cresciute fino a diventare un tomo di tutto rispetto farcito di note autorevoli. Nesssuno ha mai avuto il coraggio di trascurare una parte dell'opera, perchè non avrebbe fatto un torto solo a Dante, ma a tutta la sua community notaiola!
Io al liceo avevo 4 libri di italiano: una antologia in cui si ammucchiavano tutti gli sfigati, e tre libri specifici (uno per ogni cantica) per la Divina Commedia di Dante. E, smacco degli smacchi, Dante la sera che ha finito la Dinina Commedia è uscito a divertirsi, mentre gli altri autori competevano tra loro in una sfida persa in partenza. Con il chiaro intento di prenderli per il culo, Dante nascose tra i versi della sua opera una frase poi travistate e divenuta celebre:

Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza


La sua era una gag! Però il divino Dante secondo la community non poteva essere cazzone. Doveva essere un grande poeta, un poeta serio. Così hanno sempre dato per buona la sua frase.
A distanza di tanti anni però, è giusto emendare la frase di Dante. Attualizzarla, ripulirla dal tono snob e spocchioso, restituirle freschezza e simpatia. Con grande piacere chiudo dunque i 700 anni di wiki sulla Divina Commedia con una nota che redime la simpatia del buon vecchio Dante. Dante l'allegro scoreggione scrisse la suddetta frase per schernire gli amici. In verità il testo originale avrebbe dovuto essere:

Fatti non foste per viver come bruti... però non temete: grazie ad una naturale propensione alla versatilità, ci riuscirete senza sforzo alcuno. Al truc! Festa...