Tecnologia amica. Di chi?!

Toh, un pulsantone di gomma nero per terra... sarà da premere! Macchè, era un abbaglio: in realtà la pressione del pulsante serve solo ad attivare un messaggio vocale: cazzone, sono un rubinetto con fotocellula. Mi ha fregato! Beh, almeno ora so come aprire l'acqua. Mi avvicino e metto le mani sotto al rubinetto. Nulla accade. Ispeziono l'enigmatico oggetto e l'acqua parte. Mi risollevo e l'acqua si ferma. La fotocellula non è sotto il rubinetto, sarebbe troppo facile: è sul muro laterale e si attiva quando mi avvicino al lavandino. Peccato che la distanza da tenere sia perennemente sbagliata: il più delle volte è troppo vicina al lavabo, e per lavarmi le mani sono costretto a posizionarmi come se volessi pisciare nel lavandino. Talvolta invece il sensore è troppo lontano: la posizione da assumere in quel caso è molto più sconveniente: messo a 90 gradi con il culo generosamente proteso in direzione dell'ingresso. Architetti dei miei coglioni!
A costo della dignità, ma finalmente posso lavarmi le mani. Non esattamente. Per ora so solo aprire l'acqua. Per avere il sapone dovrò risolvere un altro enigma. Che palle: se lo sapevo mi portavo la saponetta da casa! Andate tutti a cagare: mi laverò le mani solo con l'acqua!
Voilà, finalmente è finita. Magari. Resta la prova più straziante: il tristo uffizio dell'asciugatura delle mani. Qui vengono disturbate tecnologie al limite del progresso umano, divisibili in due macro-categorie:
- Sistemi meccanici che disaccoppiano la salvietta ed il mondo esterno: schiaccio, tiro, ruoto, muovo, perquoto... ogni sforzo è vano. Non capisco perchè non usino la stessa tecnologia per le casseforti: è inviolabile!
- Sistemi elettrici che soffiano aria che brucia le mani lasciandole miracolosamente bagnate. E' inevitabile provare una sensazione di stupore misto a sofferenza in questi casi.
A volte qualche ingenuo, nella speranza di evitare i terribili sistemi standard di asciugatura, si spinge verso il cesso, ignaro dell'esistenza della famigerata carta igenica doppia azione per locali pubblici: scivolosa sulla merda e abrasiva sul culo. Inutile specificare che questo prodigioso materiale tratta le mani come il culo, e l'acqua come la merda.
La mia soluzione personale al dilemma dell'asciugatura è dettata dalla rassegnazione, che mi spinge ad asciugarmi sui pantaloni.
Esco dal bagno sconfitto. I pantaloni bagnati mi rendono lo zimbello del locale. Pazienza: almeno ne sono uscito relativamente indenne... già tremo al pensiero della prossima generazione di cessi, in cui le fotocellule controlleranno anche le porte, ed io mi troverò a cagare di fronte agli altri clienti che mi fisseranno con occhi attoniti, e mi rassegnerò a pulirmi il culo sui pantaloni... che figuraccia uscire dal bagno con le sgommate sui jeans, altro che pantaloni bagnati ...oh cazzo... a quel punto come farò ad asciugarmi igienicamente le mani?! L'estinzione della specie è vicina.
3 Comments:
Non riesco a smettere di ridere.
Devo ricordarmi di non leggere Cisterna in ufficio.
La prospettiva del cesso del futuro è un misto tra l'agghiacciante e il demenziale.
Non preoccuparti delle sgommate sui jeans, al massimo è solo "una brutta figura" ;)
Il Pupazzo Gnawd
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Anonimo, at 9:56 AM
"scivolosa sulla merda e abrasiva sul culo"... come quella di Monaco !
Se la sgommata fa odore, puoi sempre dire: "Viene da fuori..."
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Caña Team, at 3:57 PM
piango e ripiango! aleXanna
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Anonimo, at 3:53 PM
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