Cisterna

19 aprile 2007

Quando sarò grande...

io in tutto il mio splendore a 8 mesiA volte le grandi questioni della vita non sono davvero grandi questioni. Io ad esempio ricordo distintamente una delle grandi questioni della mia infanzia: era il mistero del diventare grande. Io mi rendevo conto di crescere, ma allo stesso tempo mi sentivo sempre uguale.
Vedevo che le scarpe non mi andavano più bene, le rane e l'erba non mi facevano più paura, imparavo a pulirmi il culo con dimestichezza crescente... ma dentro di me ero sempre io. Nulla cambiava. Aspettavo un segnale chiaro ed univoco dell'essere diventato ufficialmente grande, ma non sapevo quale potesse essere. Ed intanto continuavo a crescere ufficiosamente...
Poi intorno ai 7 anni, la prima teoria sul diventare grande: a quel tempo a scuola andava per la maggiore una filastrocca scollacciata e maliziosa. Non capivo bene ciò che nascondesse, ma ero convinto che un giorno l'avrei capita, e quello sarebbe stato un possibile segno dell'essere diventato grande.
Cito il testo, più che altro per diletto:
Sei figlio di Pu, sei figlio di Pu, Sei figlio di Pulcinella
Mi hai rotto la fi, mi hai rotto la fi, mi hai rotto la fisarmonica
L'aggiusto col ca, l'aggiusto col ca, l'aggiusto col cacciavite
E mangio la me, e mangio la me, e mangio la merendina
La mangio col cu, la mangio col cu, la mangio col cucchiaino
...

Con il tempo ho progessivamente appreso ciò che nascondeva il testo... bella stronzata: non poteva essere un segno dell'aver raggiunto la condizione di grande!
Allora ricordo che modificai la teoria: si diventava grandi quando si poteva finalmente cantare la filastrocca senza dover mascherare le parolacce. Ti rendi conto della semplicità dei miei pensieri quando ero piccolo? E' ridicolo... svegliarsi una mattina, alzarsi dal letto e cantare allegramente:
Sei figlio di Pu, sei figlio di Pu, Sei figlio di PUTTANA
Mi hai rotto la fi, mi hai rotto la fi, mi hai rotto la FIGA
L'aggiusto col ca, l'aggiusto col ca, l'aggiusto col CAZZO
E mangio la me, e mangio la me, e mangio la MERDA
La mangio col cu, la mangio col cu, la mangio col CULO
...

...sissì, proprio un segno credibile del raggiungimento dell'età adulta! Ha perfino la metrica sbagliata: che pena!
Nel frattempo, tra mille teorie, il tempo è trascorso fino ad ora. Oggi compio gli anni, o, come dicevo da bambino, con la rotta emozione di chi aspetta un regalo, "oggi è il mio compleanno".
Non ho mai cantato la filastrocca nella sua forma più colorita, e non ho mai capito esattamente quale sia il segno univoco dell'essere diventato grande. L'avrò già vissuto senza accorgermi? Dovrà ancora arrivare? Non lo so. Ho sempre lo stesso sentore: potrei trovarmi sia di qua che di la'.
...a volte nella vita può succedere di rivalutare le grandi questioni della vita. Oggi è successo a me.

PS: Cazzo... da bambino ero più saggio di quanto credessi!

11 aprile 2007

Major Stronz to ground control

Mentre scrivo questo messaggio, 400km sopra la mia testa c'è un turista. Si chiama Charles Simonyi, ed ha sborsato 25 milioni di dollari per trovarsi lassù. Trascorrerà 12 giorni in una specie di lavatrice volante. Attorno a lui il nulla. Non so se riesci a figurarti la cosa: in questo caso il nulla non è un modo di dire, lì non c'è davvero un cazzo! Pazzesco. Ma la cosa veramente incredibile è che si è portato da casa il pranzo di pasqua. Ti rendi conto? Ha speso 25 milioni di dollari per fare una gita con pranzo al sacco... come ai tempi delle gite dell'oratrio. Anzi peggio, come una gita dell'oratorio in cui non si scende mai dal pullman. Mamma mia che gaggio! Io per quelle gite spendevo molto meno, andavo in posti divertenti dove c'erano un sacco di cose da fare, e a volte ci scappavano anche un panino e un billy offerti dal prete! Che turista sprovveduto: io a 6 anni ero già più furbo di lui!
Scommetto che nel tragitto verso lo spazio si è fermato all'autogrill ed ha incautamente acquistato da un passante un videoregistratore rivelatosi poi un pacco con dentro un mattone. Prezzo pagato: 100'000 dollari. Povero stronzo!
E magari all'imbarco dell'astronave avrà anche incontrato uno di quei personaggi che chiedono moneta... hei tipo, devo fare il biglietto dell'astronave e mi sono accorto che ho lasciato a casa il portafogli... mannaggia a me! Che c'hai moneta che ti avanza?. Ora quel ragazzo è proprietario di una piantagione di papavero grande come il Lazio.
Però alla fine ha avuto quel che voleva: la sua bella gita esclusiva di cui vantarsi. Ma siamo sicuri che ci sia da vantarsene?
...ad esempio pensa la delusione che proverà quando guarderà le foto. Una serie di scatti tutti uguali: un oblò e fuori tutto nero. Gli amici si fingeranno morti pur di disertare il terrificante rituale dela proiezione delle foto della vacanza.
Solo e depresso si chiuderà in camera a rimirare il suo souvernir extra-esclusivo: una palla di vetro con dentro la base spaziale Soyuz e la neve. Girerà la palla per far scendere la neve e... colpo di scena: la neve non funziona. E' incollata sul fondo. Visto che tanto in assenza di gravità non poteva provarla, i cosmonauti sovietici ne hanno approfittato per dargli l'ultima, allegra fregatura prima del ritono a casa.

06 aprile 2007

Mind Farting: idea per un ristorante

il delittoL'auditel insegna che i delitti fanno audience... non c'è dubbio: è un argomento che piace. Allora io mi domando: perchè non assecondare e sfruttare questa tendenza? Si potrebbe realizzare un locale ad hoc per i vari emuli di Kojak, Don Tonino, Colombo, Padre Matteo... una figata! Io sto pensando in particolare ad un ristorante: cene a tema, giochi di ruolo in stile cluedo con ricchi premi, una collezione completa di libri sull'argomento in libera consultazione, proiezioni e retrospettive varie... un successo assicurato!
Ho anche già pensato alla promozione del locale: pubblicità massiva e onnipresente, e soprattutto gratis. Interessante vero? L'idea è semplice: basterebbe chiamare il ristorante con un nome indicativo. Il delitto sarebbe il nome perfetto. Per quel che riguarda il luogo in cui aprirlo, non ho dubbi: Cogne.
Pensa che meraviglia del marketing: il locale non esiste ancora, ma ha già un nome famoso... il Delitto di Cogne.
Suona davvero bene! Se trovo una cuoca che si chiama Annamaria, lo apro domani mattina!

02 aprile 2007

A volte una rotonda è un grido


Qualche anno fa, dalle mie parti la rotatoria era una rarità. Ad Asti ce ne era una tra corso Torino e corso Alfieri. La ricordo ancora distintamente: una piattaforma circolare rialzata non più grande di un metro, circondata da frecce. Era una rotatoria tradizionale con precedenza a destra. Una attrazione locale. Poi il boom economico e la maggiore scolarizzazione hanno aperto la strada alla rivoluzione: negli uffici viabilità ha fatto il suo ingresso il compasso... Un simile investimento non poteva essere ignorato. Il resto è storia: oggi le rotonde sono ovunque. Pare che la citroen, sempre attenta alle esigenze del mercato, abbia in cantiere un prototipo di auto a banana, perfetta per affrontare la viabilità futura. Mi domando come cambieranno i film di hollywood nei prossimi anni: le scene degli inseguimenti, e soprattutto le lunghe discussioni svolte in auto. Il passeggero che chiacchiera amabilmente mentre l'interlocutore alla guida, madido di sudore, si sforza di rispondere e contestualmente affrontare le innumerevoli rotonde. Che scempio! Ma tutte 'ste rotatorie poi saranno davvero tanto utili? Ai posteri l'ardua sentenza. Quel che so per certo è che le rotatorie hanno una funzione alternativa importantissima: la diffusione della wannabe art. Esse sono il luogo principe per accogliere un wannabe capolavoro. Ecco perché sostengo che a volte una rotonda è un grido: essa funge da piedistallo attivo, mostra e diffonde l'opera. Questo concetto è magistralmente espresso dalla pregevole scultura che puoi ammirare nell'immagine: qui l'autore ha esplicitato artisticamente lo sforzo profuso dalla rotonda per sollevarsi dal suo ruolo istituzionale, e per superarlo. La rotonda rivendica la sua dignità di galleria d'arte a cielo aperto. Grida al mondo con orgoglio la sua mansione. Un opera intensa e commovente, fondamentale per non dimenticare mai la REALE funzione delle rotatorie.