Cisterna

31 agosto 2006

Wannabe-Art Safari: La lisca

Arte, il termine più mistificato di sempre. Il mondo è pieno di persone che non sanno descrivere cosa significhi arte, eppure se ne professano grandi appassionati e conoscitori. Ma ca220... a me piacciono le tette. Se mi chiedi cos'è un seno, te lo so dire chiaramente. Lo so distinguere, indicare, descrivere. Mi è successo tremila volte di parlare con appassionati d'arte che non sanno definirla... Vi piace una roba che non sapete cos'è? Ma siete stronzi?!?
Questo è un fenomeno sociale, reale e tangibile. Non può aver luogo senza lasciare una traccia... ed in effetti una traccia credo di averla trovata. L'ho chiamata wannabe-art.
Il mondo è pieno di wannabe-artisti che mettono in piedi qualsiasi cosa gli passi per la testa, a casaccio, e poi si giustificano davanti al mondo professandosi artisti rapiti da un primordiale impulso creativo. Termini appropriati. Anche la voglia di far la cacca è un impulso primordiale... ed effettivamente è creativo, nel senso che qualcosa lo crea...
La cosa più incredibile è che spesso dall'altra parte ci sono i wannabe-appassionati. Persone che vorrebbero darsi un tono. Guardano la cacca (o impulso creativo che dir si voglia) del wannabe-artista, e per dimostrare la loro superiorità intellettiva se la fanno piacere e la difendono a spada tratta, incuranti del pericoloso scivolone nel quale potrebbero incappare se l'uomo della strada gli chiedesse di spiegargli l'arte che si nasconde dietro l'opera.
Ecco dunque un nuovo passatempo-pop che ho ideato (e che consiglio caldamente a chiunque): il wannabe-art safari. E' facile ed economico. Basta una macchina fotografica ed un po' di fortuna per scovare ed immortalare opere al di là della propria comprensione. Da lì in poi è possibile aprire dibattiti con amici e conoscenti per indagare sulla natura dell'opera.
In alto a sinistra ne è riportato un esempio. E' una enigmatica lisca di pesce racchiusa in un cerchio. Si trova ad Asti (nota località marittima), al centro della rotatoria che si trova di fronte alla Saclà. Forza... proviamo a rispondere alla fatidica domanda: Art o wannabe-art?

28 agosto 2006

Proverbi 2.0 - L'uovo e la gallina


I proverbi sono i figli pop delle formule magiche.
Situazione difficile. Pronuncia ad alta voce della formula. La soluzione si manifesta ...troppo figo! Senza contare che non è necessario andare in giro con il desueto cappello a supposta gigante tipico dei maghi. Ecco perchè fate e maghi non esistono più: i proverbi hanno la stessa funzione, sono più facili da gestire, e non ti obbligano ad aggirarti per la città vestito come un deficiente. Tutti i maghi si sono convertiti a profondi studiosi di proverbi. Ne hanno uno per ogni occasione.
In quest'ottica di rivalutazione pop del proverbio, nasce secondo me l'esigenza di un suo adeguamento ai nuovi scenari fioriti con il progresso. Non esistono proverbi specifici per le nuove problematiche. Si usano sempre i classici.
Questa è l'idea alla base del progetto proverbi 2.0. Progetto a cui consiglio caldamente di partecipare attivamente, e che avvio subito con l'attualizzazione di un proverbio che a mio parere ne ha particolare bisogno.
Quando ero bambino, ero spesso mosso da facili entusiasmi. Potevo passare giorni a giocare con oggetti insulsi come un tubo e qualche pietra (non è un modo di dire, mi è successo davvero). Come potessi divertirmi con questi oggetti è un aneddoto sepolto sotto le sabbie del tempo. Però è così. Chissà quanto avrei potuto fare con mezzi migliori. La mia fame creativa (oramai andata in gran parte perduta) sognava il possesso e l'interazione con ogni oggetto possibile ed immaginabile. Purtroppo questa mia spinta creativa veniva spesso soffocata da un perentorio "Devi accontentarti. Meglio un uovo oggi che una gallina domani". Ero bambino. Non avevo i mezzi intellettivi per rispondere, e mi adeguavo. A distanza di tempo però, ri-analizzando la situazione ho notato la lacuna del proverbio citato.
Esso è palesemante nato in un periodo diverso. Tra carestie, povertà e continue celebrazioni dell'auto-privazione. Oggi non è più così. Il progresso ci ha dato mezzi che nel periodo in cui nacque il proverbio sarebbero stati impensabili. Mediamente siamo tutti più ricchi. Ecco dunque l'esigenza di un emendamento atto alla bisogna. Il proverbio a mio parere è da modificare con un più completo:
Meglio un uovo oggi e una gallina domani. In caso di carestia è consigliabile ripiegare sull'uovo.
Oh... così è meglio! Un sentito vaffanculo a distanza di anni a tutti i maniaci dell'autoprivazione a tutti i costi. Ora vado a vedere di concludere qualcosa con il mio tubo e le mie pietre...

25 agosto 2006

Cara mediaset, non disturbarti


Un fulmine a ciel sereno. Ieri mediaset ha annunciato il ritorno di Maria De Filippi in TV con un nuovo reality. Questa notizia mi da la stessa gioia che procura una scarica diarroica durante un tranquillo sonnellino estivo. Identica sensazione. Fino a un secondo prima sei felice e sereno, tipo nirvana. Poi ti senti unto dalla fortuna: il momento di relax assoluto verrà suggellato da uno squillante assolo di chiappa. Sorridi soddisfatto nel dormiveglia. Accenni una posizione plastica.
VIA...
Ma com'è che non suona? Spingi di più... strano... poi l'ombra del dubbio. Si spegne il sorriso. E' vestita. Segue disincanto con lieve senso di colpa. A conclusione della disavventura, la caratteristica andatura cauta e goffa, in stile passeggiata lunare, con cui muovi in direzione bagno.
Porca troia. Io ero felice così. Perchè esagerare? La notizia mediaset è meravigliosamente assimilabile a questo. La De Filippi non mi serviva. Non la volevo. Le repliche di telefilm già visti andavano benissimo. Davvero. Cara mediaset, non disturbarti. Non spingere per produrre di più, non esagerare... no... no... ecco. Hai visto che è successo? La De Filippi. Ancora. Certe cose poi non puoi nemmeno sperare di sciacquarle facilmente... magari si trattasse della buona, vecchia, cara merda semplice! Quanti esilaranti momenti abbiamo trascorso insieme. Quasi quasi ne sento un po' la mancanza... Sai che faccio? Anziché guardare la De Filippi, quest'anno farò dei gran bei sonnellini pomeridiani. E se mi cago adosso, via, festa. Mi dirigo a grandi passi lunari verso il bar, e offro da bere a tutti! Vai di trenino... peppe' peppe' pepe' peppe' peppe' pepe' pe pe

23 agosto 2006

Operazione racconto. Episodio pilota

Tommy aprì gli occhi. Attorno a lui petardi. Petardi a perdita d'occhio. E in mezzo ai petardi, un fagiolo. Tommy era affamato, ma era anche molto astuto. Aveva subito capito che si trattava di una trappola. In una simile polveriera, anche il piccolo stimolo intestinale procurato da un singolo fagiolo avrebbe potuto scatenare una catastrofe. Quale mente malata avrebbe mai potuto concepire una cosa simile? Il solo pensiero lo atterriva. Lentamente cominciò a muoversi nella penombra della stanza alla ricerca di una via d'uscita. Improvvisamente un sussulto ed il cuore in gola. Pietrificato dal terrore e con le lacrime agli occhi, sollevò con cautela il piede tremante. Falso allarme: un petofono sul pavimento. Maledizione! Com'è possibile? Perchè? E' un incubo. Non c'è altra spiegazione. Tommy deglutì interrogandosi sul da farsi. Il fagiolo aveva l'aria invitante. Tentatrice. A piccoli passi tentennanti si stava avvicinando al legume. Poi, dietro ad un muro di tric e trac, la curiosa visione. Una poltrona con un solo bracciolo, e con la seduta lievemente ribassata verso un lato. Su di essa giaceva un uomo. Caratteristica e inconfondibile postura inclinata. Una gambetta bruna lievemente rialzata. Era carbonizzato. Ma palesemente sorridente. Un attimo di soddisfazione smisurata aveva accarezzato quel volto. Una carezza beffarda, da cui l'uomo carbonizzato sembrava aver tratto il massimo piacere. Incredibile. Istintivamente Tommy percepì un moto di simpatia per l'uomo che aveva di fronte. Era libero. Definitivamente libero da quella trappola. Felice e fiero del proprio operato. Aveva trovato la sua soluzione al problema.
La soluzione ad un problema potrebbe sembrare qualcosa di scientifico. Di matematico. Di oggettivo e misurabile. Eppure un uomo carbonizzato in una curiosa posizione plastica si immola martire e involontariamente dimostra il valore della sua soluzione personale. E' un monumento inconsapevole. Fulgido e croccante.

...continua...

18 agosto 2006

Il vero progresso

Alla N.A.S.A. si sono persi il filmato dell'allunaggio. I giornali ne parlano come se fosse una tragedia. Disperazione collettiva. Ma che me ne frega a me se alla N.A.S.A. hanno fatto un po di casino con gli archivi? Non è un dramma. Come dice saggiamente mia mamma, prima o poi salterà fuori. Santa pace, è sintomatico che mia mamma mi abbia da tempo insegnato un concetto che ora torna utile per la N.A.S.A.! Brava mamma.

Intanto che il filmato salta fuori, offro un po' di sostegno ai maniaci del progresso che in questo momento stanno disperando. Parto con una considerazione: il valore del filmato non è nella ripresa in sè. Non è il capolavoro postumo di Ed Wood. Il valore del filmato è legato a ciò che rappresenta, ovvero l'espressione massima del progresso tecnologico. Ebbene, nell'immagine qui riportata, appositamente preparata per voi, c'è un altra celebrazione del progresso tecnologico.

In fondo che cos'è il progresso, se non la celebrazione della pigrizia? La pigrizia è un patrimonio per l'umanità. Grazie alla pigrizia sono nate tutte le innovazioni. Se all'uomo fosse andato bene trascinare i macigni a braccia, oggi non avremmo la ruota. Volenti o nolenti, la ruota è stata inventata da uno più pigro degli altri. Uno che considerava uno sbattone il dover spostare i macigni a mano. Tac. Ti inventa la ruota, così fa meno fatica. Ed è andata così con tutto fino ai giorni nostri. L'agricoltura: tac, non mi devo più sparare i kilometri per i boschi, la verdura la piazzo sotto casa. La scrittura: tac, non devo più ricordare tutto a memoria. La macchina a vapore: tac, sposto un paio di kili di carbone, e ottengo una forza meccanica che sposta tonnellate...

Ecco il significato dell'immagine qui riportata (fotografia: tac, e non devo più lavorare per ore con tele e pennelli per rappresentare qualcosa): essa vuole essere una nuova e più consapevole celebrazione dell'eroico progresso umano. Celebrazione rivolta a chi se lo merita, ovvero ai pigri. Ecco, ora abbiamo una valida alternativa all'allunaggio. Se riesco a contattare la N.A.S.A. gli e lo faccio presente, così possono continuare a cercare, ma con meno affanno.

16 agosto 2006

Pop-Tour 1: Un petto che toglie il fiato

Burger King docetIn principio vacanza era sinonimo di villeggiatura, e si svolgeva negli appositi luoghi di villeggiatura. Ca220... chiaro, semplice, lineare. Ma era troppo facile. Così qualcuno ha pensato bene di ideare la vacanza culturale.

Non so quante botte ho preso da bambino perchè non volevo andare in chiesa. Non lo so, ma il loro ricordo è ancora vivo. Ed in nome di esso io oggi mi stupisco di fronte alle vacanze culturali. Aspetto tutto l'anno il momento della vacanza. Bene! Dove si va? In una chiesa a mille km da casa. Ma sono stronzo?! E' evidente: le vacanze culturali sono un fenomeno passeggero destinato a morire. D'altro canto il luogo di villeggiatura classico è ormai estinto. E dunque?

Ecco la mia proposta: i pop-tours. Niente chiese. Niente monumenti. Cultura contemporanea. Cultura pop. Si vanno a vedere i frutti del nostro tempo. Facile, economico, divertente. Torni a casa e mostri agli amici diapositive divertenti, non roba da suicidio collettivo.

Il primissimo tuor che propongo con questo spirito è il tuor "Un petto che toglie il fiato", particolarmente adatto per una gita fuori porta di mezza giornata. Visita il sito burgerking alla ricerca del ristorante più vicino. Là potrai provare il frutto di una delle campagne promozionali più pittoresche di tutti i tempi. Non solo. Potrai immortalare ogni momento, e, come ho fatto anche io (la foto che vedi l'ho scattata io stesso a Serravalle Scrivia) portare a casa una memorabilia con la quale divertire gli amici e ridere in compagnia. Un successo assicurato!

15 agosto 2006

Messaggio 0

So come raggiungere la felicità: Bisogna rincorrere un cane mangiando ciliege. Solamente questo.

Ho appena scritto una delle cose più importanti di sempre, e quasi sicuramente passerà inosservata. Non è strano?

Non so. Però so che non concepirò un concetto migliore di questo. Da qui in poi ci saranno solo idee sparse e di scarso valore. Scoregge del cervello. Tutto nell'attesa che qualcuno giunga a comprendere l'importanza assoluta di questo messaggio. Poi ci incontreremo nei pressi del cane. Riconoscerci sarà facile: saremo quelli con le ciliege in mano